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Organizzare un salone dedicato al motorismo d’epoca, o per dirla alla francese, che, evocando i mirabolanti eventi dei primi del ‘900, rende più l’idea, un’exposition, significa prima di tutto studiare, curare e approntare ogni minimo dettaglio affinché il visitatore prima di tutto, viva un esperienza che lo coinvolga e lo proietti al centro di un mondo difficilmente visibile fuori dalle pareti di una fiera.
Al bando dunque le solite accozzaglie di auto straviste, al limite della pedanteria, gli allestimenti “alla buona” (anzi, in pieno stile maccheronico, tra fiaschi di vino, improbabili salami che spuntano fuori da carte bisunte e disordine imperante), ricambi ridotti a relitti sbattuti alla rinfusa su un lenzuolo steso a terra e intromissioni di dubbio gusto, che poco hanno a che fare coi motori.
Ben vengano invece la spettacolarità, la ricerca della bellezza, l’arte e il prestigio: tutti aggettivi che, a passeggiare fra i padiglioni “trionfali” di Rétromobile, la più importante fiera francese di auto e moto d’epoca che si tiene naturalmente a Parigi, nell’elegante ed efficientissima struttura di Porte de Versailles, a pochi minuti di metro dalla Tour Eiffel e Place de la Concorde. 

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Bugatti

Quello che stupisce, lo sottolineiamo al costo di essere ripetitivi, è l’ordine, la pulizia e l’efficacia con cui i veri – e spesso rarissimi – gioielli esposti si susseguono negli occhi degli avventori che, grazie all’ampiezza e al respiro, possono passeggiare tranquilli e vedere tutto anche nei momenti di maggiore affluenza.
Abbiamo detto il visitatore al centro dell’esposizione ma sarebbe da orbi non notare un altro elemento fondamentale, la presenza ufficiale delle case ma non così, tanto per dire di esserci, in maniera massiccia, puntando sullo stupore e sulla sorpresa, con stand che sono dei veri è propri scrigni di meraviglie, forse perfino di più di quelli messi in piedi a saloni di vetture moderne, come “un Ginevra”, o “un Francoforte”.
Inutile dire che, questo è frutto di un do ut des fra organizzatori ed espositori costante, un valzer di visibilità reciproca: io ti do lo spazio giusto e ti invito a far parte di un’esperienza esclusiva e tu Casa, con i club, i simpatizzanti ma soprattutto ufficialmente con i settori heritage (sempre più attivi) mi dai fiducia. Un concetto veramente così difficile da “far passare” in Italia?

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Ferrari 250 GT Drogo “Breadwan”

Anche se piacerebbe approfondire, accantoniamo le polemiche e vediamo allora in che cosa consisteva tutta questa magnificenza. A farla da padrone, ovviamente, le Case indigene. Lo stand più stupefacente è quello di Renault, che ha letteralmente svuotato il Museo per portare a Parigi rarità come la grossa 40 CV Type JV del 1922, un berlinone con motore di più di 9 litri e 6 cilindri in linea (che all’epoca le permetteva una velocità di punta di 135 km/h), caratterizzata da una insolita linea aerodinamica; l’impressionante – per imponenza e lusso – Reinastella del 1932: motore 8 cilindri in linea di 7 litri da 110 CV, aveva poco da invidiare a mostri sacri come Isotta Fraschini o Rolls Royce.
L’esemplare esposto è il telaio n 42 dei soli 50 prodotti del tipo RM2, completamente in alluminio; incredibile poi il prototipo Initiale del 1995 che reinventava il concetto di vettura di lusso trasformandola praticamente in una suite viaggiante: linea di cintura molto bassa, ampia vetratura, interni rilassanti e raccordati in un unico ambiente hi-tech. Il suo design ardito, anticipava l’aspetto dell’ammiraglia Renault degli anni ‘2000, l’incompresa Vel Satis. Nel padiglione non poteva poi mancare l’omaggio al braccio sportivo Renault, Alpine: sette esemplari tutti bianchi, uno per serie, compresa quella appena presentata che proietta la casa della losanga nel mondo delle berlinette.
E non basta: l’esposizione della Regie continuava nello stand di Richard Mille con le vetture Formula e in quello della rivista Youngtimer con l’interessante rassegna dedicata ai modelli turbocompressi di Renault, dalla 5 GT alla stupenda Safrane Biturbo Baccara passando per “i lupi travestiti da agnello” 9, 11, 21 e 25. 

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DS nuovi fari carenati Opron

Il gruppo Psa (Citroën, DS e Peugeot) collabora e supporta i club dei suoi modelli nella realizzazione di uno stand che fa dell’eccellenza e dell’accoglienza i suoi punti forti: si festeggiano i 50 anni della DS a fari carenati (disegnati da Opron), i 60 del furgone H ma sono presenti esemplari praticamente dell’intera storia dei due marchi. C’è perfino una Simca 1100, Casa acquisita da Peugeot negli anni ’80.
Incredibile, inadatta ai deboli di cuore, l’esposizione di più di 30 Bugatti in rappresentanza dell’intera storia del leggendario costruttore “di sogni”: accanto alle piccole da corsa (che già basterebbero per meravigliare) prime donne sono modelli come le Type 57 Aravis, Atalante, Atlantique. Anche qui assicurata la presenza della casa ufficiale (di proprietà di Volkswagen) con il programma Bugatti Certified.

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Delage Grand Prix

Gli stranieri: stand più bello è, a nostro avviso, quello di Honda, presenza insolita in un salone di auto d’epoca, per giunta europeo. Nel suo festoso spazio, tra accoglienti poltroncine, tute da corsa, caschi e fiori, passato e futuro della mitica NSX, una delle supercar in salsa wasabi degli anni ’90 che oggi ritorna con tutta la modernità dell’ibrido, una mitica due ruote CB Four e un curiosissimo minivan da 40 anni in attività a un fioraio parigino e ora tutto restaurato.
Porsche ha dedicato lo stand, oltre che alle inossidabili 911, ai modelli transaxle a 8 cilindri (928/968). FCA presenta invece anche all’estero il programma Heritage con numerosi modelli provenienti dal Museo Alfa Romeo di Arese e dalla Collezione Fiat Lancia mentre regina dello stand Maserati è la splendida Tipo 420/M/58 del 1958: realizzata per la 500 Miglia di Indianapolis (guidata da Stirling Moss), fu la prima vettura da corsa a fregiarsi di uno sponsor, la celebre azienda di gelati Eldorado. Un problema allo sterzo la costrinse al ritiro.
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Festeggiati – con l’esposizione di modelli incredibili, da far brillare gli occhi e palpitare il cuore – i 70 anni di Ferrari, le più celebri vetture da rally di sempre (con alcune vetture che difficilmente si “incrociano” come le Citroën Visa Mille Piste e BX 4tc) e buona parte della produzione motociclistica francese, che scopriamo essere davvero nutrita e interessante. 
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Completano l’opera omnia i tre settori “complementari”, neanche a dirlo, ordinatissimi e ben organizzati: editoria, con stand da far vergognare il nostro Salone del Libro, arte, dove si vede della “roba” pazzesca, tra dipinti, sculture, stampe, modellini, diorami e infine la piazza degli artigiani, che raggruppa un numero selezionatissimo di professionisti che propongono la loro esperienza e i loro manufatti impeccabili per un restauro a regola d’arte. 
In conclusione una bella lezione di come si fanno le cose, di che significa organizzare un’esposizione dedicata al motorismo d’epoca e di quello che, una volta per tutte, il pubblico vorrebbe vedere anche in Italia, per certi versi una delle patrie del motorismo così come la Francia. 
Foto e testo di Luca Marconetti

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Ferrari 70° anniversario

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