Sabato 6 giugno a Torino la seconda edizione della Torino Maker Faire ha riscosso un buon successo di pubblico e partecipazione. Ritornata in via Egeo, nei pressi di una delle più ampie aree post industriali di Torino, la seconda edizione della Maker Faire, la festa di strada dedicata all’innovazione, all’incontro tra conoscenza digitale e manualità, artigianalità e industrializzazione.
La Mini Marker Faire, organizzata da Fablab Torino con il supporto di Officine Arduino e Toolbox Coworking, con il patrocinio della Città di Torino e con un contributo della Fondazione Torino Smart City e della Compagnia di San Paolo, è un evento aperto a tutti per offrire la possibilità di capire chi sono i “Makers” e soprattutto cosa fanno.
E già perché in questi anni si è tanto sentito parlare di questi fantomatici artigiani digitali, ma, a guardar bene, il loro nome è ancora profuso da una sorta di aura mitologica.
Grazie alla Marker Faire si è vista la possibilità di incontrarli e scoprire che non sono maghi fuggiti da Hogwarts né geni provenienti da qualche tomorrowland, ma sono semplicemente individui che hanno deciso di applicare le tecnologie digitali, come la stampa 3D, all’approccio del faidate manuale: quindi progettano, realizzano, inventano, personalizzano, usando apparecchiature elettroniche o a controllonumerico insieme alla sega e al martello.
Le maker faire sono eventi dedicati a loro, un po’ festa di strada, un po’ mercatino, un po’ fiera delle meraviglie: insomma una maker faire è un evento per liberare la creatività e scoprire che si può fare molto più di quello che si pensa, con molto meno di quello che si crede.
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Per tutta la giornata di Sabato nella piccola via di fronte all’Ospedale Mauriziano ci sono stati oltre 60 maker con i loro progetti, fra cui piace ricordare: un braccio robotico tolto all’industria e trasformato in artigiano; Casa Jasmina, il primo esperimento di casa open source.
Gli intrattenimenti sono molti: dai talk ai laboratori per bambini, dallo street food per bere e mangiare alle attività di volo indoor per droni
Per i bambini, sono stati organizzati numerosi laboratori da fare da soli o insieme a mamma e papà, per imparare a fare cartoni animati, realizzare giocattoli personalizzati oppure costruire un semaforo funzionante o ancora per imparare a programmare grazie a un CoderDojo scheda open source più diffusa al mondo,
Numerosi anche gli approfondimenti sui temi della cultura, del lavoro e dell’innovazione digitale: tra gli oltre 15 speaker del giorno, Bruce Sterling e Lorenzo Romagnoli hanno parlato di “Internet delle Cose” a partire da Casa Jasmina; Paolo Ceretto e Gastone Garziera ripercorrendo la storia affascinante di Programma 101, il primo personal computer al mondo sviluppato dalla Olivetti;  Andrea Graziano di CodeIT ha parlato del rapporto tra innovazione tecnologica e cultura, mentre la chiusura della giornata è affidata a Massimo Banzi, cofondatore del progetto Arduino, che farà il punto sul futuro dell’ open source.