Erwin Olaf_Hope, The Kitchen, 2005

Erwin Olaf: Rain, Hope, Hotel è la mostra che inaugura la parentesi torinese (1-15 ottobre) della galleria d’arte contemporanea Metroquadro, che da Rivoli si trasferisce temporaneamente in uno spazio in zona Quadrilatero, attiguo a nb:notabene, libreria indipendente, specializzata in grafica, design e cultura urbana. 
Si tratta di due realtà creative e dinamiche, unite in un progetto di collaborazione interessante, in linea con le nuove tendenze contemporanee di contaminazione tra discipline: arte, fotografia, design, moda, grafica…
Nata nel 2011, nb: notabene è la libreria dell’’impossibile’, diretta da Raffaela Cardia, Raffaella Lecchi e Bettina Gaudio, dove trovare autentiche curiosità, grazie a una selezione di prodotti editoriali continuamente rinnovata, originale e sorprendente: libri italiani e internazionali, piccole produzioni a tiratura limitata, con una sezione speciale indicata per più piccoli ed una scelta di oggetti di design autoprodotto. E’ un luogo dedicato agli amanti della creatività con un attento programma di presentazioni, mostre, workshop e speciali laboratori per bambini, in uno stimolante percorso di educazione all’immagine e alla lettura.
Libreria_nb_notabene
Metroquadro è una giovane galleria d’arte contemporanea, che apre al pubblico nel 2008 (grazie alla passione per l’arte e il collezionismo del proprietario, Marco Sassone), proprio con una mostra personale di Erwin Olaf.
Dice il gallerista: “Ho conosciuto la fotografia di Erwin Olaf ad una fiera diversi anni fa, ben prima che iniziassi questa attività, colpito da una fotografia in particolare: The Kitchen, della serie HOPE (2004) nel formato 110 x 180 cm. Per composizione, atmosfera, luce, tinte e colori la trovai – e continuo a trovarla – eccezionale”.
La mostra, in via Bellezia 12, presenta una selezione di fotografie di piccolo formato (20 x 25 cm c.a.) del noto artista olandese, tratte dalle serie Rain (2004), Hope (2005) e Hotel (2010).
Ogni opera è un fermo immagine che descrive una storia in atto, il ‘prima’ o il ‘dopo’ di un incontro, una sospensione d’azione che pone lo spettatore in uno stato di attesa, di riflessione, rispetto alle emozioni dei soggetti coinvolti.
La tecnica fotografica è precisa e misurata, in un equilibrio di luce e colore che connota ovattate atmosfere anni Cinquanta e Sessanta. L’artista rende omaggio all’estetica di un’epoca capace di restituire in modo profondo e attraente la complessità dell’animo umano.
Rain (2004) racconta per immagini momenti di vita vissuta in ambienti interni, riparati dalla pioggia battente che si intravede dai vetri delle finestre (da qui il titolo della serie); ciascun soggetto immortalato incarna e trasferisce un inquieto stato d’animo di tristezza e solitudine.

Erwin Olaf_Rain, The Ice Cream Parlor, 2004

Hope (2005) esplora il sentimento della speranza e dell’aspettativa, in un’epoca di cambiamenti sociali importanti (dall’affermazione della donna, all’influenza pervasiva della televisione) segnati in America dall’assassinio di John F. Kennedy, evento a cui l’artista è particolarmente legato.
Hotel (2010) descrive anonime camere d’albergo, nel mondo, in cui le figure femminili ritratte si trovano come intrappolate in un’annoiata atmosfera di velluto, in una dimensione lontana dal tempo reale.
La mostra sarà aperta dal 1 al 15 ottobre in orario 15 – 19.
Sabato 10 ottobre, l’iniziativa aderisce alla 11° Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.
Elena Inchingolo

Erwin Olaf_Hotel Paris, Feline Portrait, 2010

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