Lavorare quotidianamente con un giornale avendo lo stile complesso e raffinato di Benny non è per niente facile. Significa mantenere una costante, produttiva e qualitativa, che in pochi possono permettersi. Da molti anni, infatti, Benny collabora con “Libero”, sempre in prima pagina, sempre con stilettate, talvolta suggerite dalla redazione.
E conoscendolo si può capire perché la prima cosa che colpisce nella persona è la sua naturale gentilezza e bontà d’animo, come un forte contrasto con tavole pesantissime e dissacratorie che talvolta raffigura. Alcune sue caricature sono dei veri e propri colpi di fucile, addirittura cannonate che nella sua innocente semplicità appaiono distaccate dal suo mondo. Benny è oggi uno dei più conosciuti e straordinari autori italiani, un primato che ha tutta l’aria di voler continuare a mantenere. Spesso non esce la sera per consegnare puntuale la tavola che gli è stata commissionata, e tutto questo non può che essere un suo grande merito, specchio di una professionalità non comune e del tutto scevra da significati reconditi.
Il suo tratto, una via di mezzo tra il disegno classico e l’uso sapiente di programmi per il computer, come photoshop, è diventato nel corso degli anni un segno forte di distinzione, sia per lui che per il giornale su cui appaiono i lavori. Questa tecnica mista gli conferisce rapidità nell’esecuzione senza per questo perdere di vista un profondo studio preliminare del personaggio soggetto/oggetto o meglio ancora “vittima” del suo disegno.
Benny, per certi aspetti, rappresenta l’uso davvero intelligente del computer, da cui non è mai sopraffatto ma che, al contrario, riesce a dosare con rara bravura.

Si prova una simpatia fraterna per Benny, cosa che non impedisce di vedere la sua maestria ed apprezzarne le doti artistiche, quelle doti che lo portano ad essere uno dei più conosciuti e premiati caricaturisti italiani come la consegna del premio Galantara nel 2012, un riconoscimento importantissimo per un autore contemporaneo. Ciò che si apprezza in particolare è la sua onestà che lo porta, non di rado, a dire che alcune tavole non le avrebbe disegnate (ma la professionalità non è acqua fresca), mentre non perde occasione, in particolare nelle mostre, di inviare le sue tavole preferite. L’artista è anche un buon pittore e si esprime con l’olio senza perdere di vista il grottesco e il caricaturale che più di ogni altra cosa gli sono consoni. E qualunque tecnica utilizzi riesce sempre a stupire lo spettatore per il gusto di un particolare, talvolta eclatante, altre da ricercare, che riesce ad inserire nei suoi disegni. Quando si conosce bene un disegnatore che si adora, ancora più che con uno sconosciuto, risulta difficile stupirsi davanti ad una sua tavola.

Sono convinto che Benny sia uno degli autori più rappresentativi della caricatura italiana, erede di quella schiera meravigliosa che ha visto come campioni Ardito, Garretto e Za e degno collega di altri big contemporanei come Superbi, Sironi e Bruna. Non a caso è stato inserito in una mostra con cui si celebrava il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, proprio accanto agli autori appena citati.
La sua modestia, dote rarissima e vera benedizione, gli permetterà di poter proseguire nel suo operato con sempre maggiori successi, tutti ampiamente meritati. In uno speciale girato di recente per la terza rete della Tv francese ha avuto modo di esprimersi al meglio realizzando una caricatura di Hollande in diretta, dimostrando che non è il computer che fa il monaco, ma il talento abbinato ad un’ottima conoscenza della tecnica.

La sua è una caricatura intelligente, così come lo sono i missili, quelli che da dovunque vengano sparati riescono sempre a colpire l’obiettivo. Per fortuna nel caso di Benny il risultato è una risata e non un disastro umanitario. Alla peggio è il soggetto ritratto che può aversene a male, ma del resto è sempre un personaggio pubblico, per cui avvezzo ad ogni tipo di critica, critica che spesso è un vero “toccasana”.
Dino Aloi