L'oblò dell'Auditorium Vivaldi

L’oblò dell’Auditorium Vivaldi

Difficile immaginare un luogo più felicemente inserito nel contesto della Torino barocca della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, elegantissima quinta architettonica di Piazza Carlo Alberto, ospitata in quelle che erano le Scuderie di Palazzo Carignano.
Dopo quasi due anni di intervento riapre al pubblico il rinnovato Auditorium intitolato al musicista Antonio Vivaldi, del quale la Biblioteca conserva il corpo principale dei manoscritti esistenti, oltre 450 composizioni: oggi i locali si presentano in una veste completamente rinnovata, a partire dall’ingresso diretto sulla piazza che ne garantisce la totale autonomia rispetto a quello della Biblioteca, alla originale rampa circolare di accesso che evoca le sinuosità grafica delle note, sino alla sala che ospita un ampio palco e una platea di 198 sedute mobili, visibili da un oblò di molliniana memoria che è già il simbolo di questo spazio.
Responsabile dell’intervento è stata l’Associazione Amici della Biblioteca Nazionale, rappresentata dal presidente Generale Franco Cravarezza, che ha gioiosamente dato avvio alla conferenza stampa battendo sul palco tre colpi di bastone, antica usanza benaugurale: “orgogliosi di aver appassionatamente vinto la non facile sfida per donare alla collettività una nuova e straordinaria risorsa culturale che ci sentiamo impegnati a valorizzare anche per il futuro”.
Le opere sono state rese possibili grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo che “con un contributo complessivo di 470.000 euro ha sostenuto il progetto di rifunzionalizzazione dell’Auditorium per riportare al centro della vita culturale cittadina la sua Biblioteca Nazionale. Nasce nel pieno centro della città uno spazio rinnovato tecnologicamente e strutturalmente, non solo dedicato alla musica ma che ha l’ambizione di diventare sede delle tante attività culturali che Torino sa offrire”, dichiara il Presidente Luca Remmert.
Sala espositiva_Auditorium Vivaldi
Il progetto di trasformazione dell’impianto architettonico del locale è stato realizzato dall’Officina delle Idee di Diego Giachello, e oltre all’ampia sala di 800 metri quadri dalla perfetta acustica per concerti e spettacoli si affiancheranno a breve l’Atrio con Sala Storica e il rinnovato Ridotto dell’Auditorium, uno spazio di oltre duecento metri quadri, climatizzato, attrezzato con teche per oggetti e libri preziosi, e perfettamente adatto ad accogliere mostre, esposizioni ed eventi complementari.
Ben armonizzati nel complesso gli ampi riquadri luminosi a parete e due opere scultoree in acciaio, “ScalArte” e “Origami” di Enrico Benetta, giovane artista veneto internazionalmente noto per le installazioni con caratteri bodoniani.
Completa l’Auditorium la Vivaldi House, piccolo ma intenso spazio dedicato al grande musicista, realizzato grazie al contributo della Direzione Generale Spettacolo dal Vivo e al lavoro di Franca Porticelli, responsabile del settore libri rari, che ha creato il “corner vivaldiano” come momento conclusivo del complesso lavoro di restauro e digitalizzazione dell’intera collezione musicale dell’artista, sostenuto con fondi statali.
 “Cominceremo le attività già dal vicino fine settimana 19 e 20 settembre” conferma il direttore della Biblioteca Nazionale Guglielmo Bartoletti, “con l’Auditorium e il Ridotto aperti per le Giornate Europee del Patrimonio, rivolte al tema sempre attuale dell’Alimentazione”.
Si proseguirà con il primo ciclo di conferenze del martedì “I Grandi della narrativa del ‘900” (Pasolini, Borges, Mann e Camus), in collaborazione con l’Università, dal 29 settembre al 20 ottobre e varie mostre, la prima delle quali sarà “Il Dante di Guttuso”, realizzata in collaborazione con la Fondazione Natalino Sapegno di Morgex (AO), che aprirà il 1 ottobre per celebrare i 750 anni dell’autore della Divina Commedia. 
Per l’occasione la Biblioteca esporrà le sue 18 rare copie della Divina Commedia assieme a 23 opere del noto pittore siciliano, commissionate da Alberto e Arnoldo Mondadori per l’opera “Il Dante di Guttuso”.
Fin dal 2013 l’allora direttore Andrea De Pasquale, oggi direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, aveva immaginato e promosso un moderno progetto di profondo rinnovamento della sala per trasformarla in un vero auditorium al servizio della Biblioteca e di altre istituzioni ed enti che ne vogliano usufruire, pensando di intitolarlo a Giovan Battista Bodoni, il grande incisore e stampatore italiano che Torino ricorda con una piazza, ma il cui genio, che influisce persino nella nostra vita quotidiana data la diffusione  – anche nel digitale –  dei caratteri tipografici da lui inventati, è oggi dimenticato.
Ha poi prevalso l’idea di dedicare lo spazio al musicista Antonio Vivaldi, veneziano per nascita ma torinese d’adozione, dal momento che gran parte dei manoscritti vivaldiani sono giunti a Torino in seguito a dir poco rocambolesche vicende, tanto che il capoluogo piemontese è unanimemente riconosciuto dai musicologi come lo scrigno della sua musica.

Già nel 1978 l’autorevole critico musicale Massimo Mila ricordava il fondo vivaldiano torinese come la maggior attrattiva culturale della città dopo il Museo Egizio. A distanza di molti anni, però, sono ancora pochi i torinesi consapevoli di possedere, nella maggiore biblioteca cittadina, un tesoro musicale fra i più ambiti al mondo, anche se sarebbe un errore cercare qui l’opera più famosa, le Quattro Stagioni, giunta a noi solo per trascrizioni successive essendo perduta la partitura originale.
Paola Stroppiana
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