Con questo breve pezzo comincia la collaborazione, preziosa, di Silvio Saffirio con GazzettaTorino. Ne siamo onorati, lieti e lo invitiamo a non tenersi niente, a svuotare il sacco, senza ritegno.
 
 
 

I DIALOGHI DELL’ORTOFRUTTA.
I carciofi non sono granché quest’anno.
Neanche le cime di rapa, se è per questo.
Va be’, prendo questi otto carciofi. Li ha già puliti perché facevano un po’ schifo?
No, non dica questo. Li ho puliti perché mica li vogliono con le spine che pungono.
Eppure dicono che quelli con le spine siano più buoni.
Forse non è neanche tanto vero. Sa, fa un po’ parte dell’idea che le cose più sono faticate più sono…
Sono cresciuto anch’io con quella morale lì; e vuole che le dica, non ho mai smesso di crederci. Ma non faccio testo. Ha mica anche del crescione?
No, mi spiace…
Ma non ce l’ha adesso, o non ce l’ha mai?
Mai. E chi lo compra. Non sanno neppure più cosa sia.
Pensare che è forse l’insalata più pulita che esista. Cresce dove l’acqua è più pura.
Lei non ha idea dei clienti di oggi. Si lamentano del prezzo delle zucchine. E quando mai le zucchine crescono in gennaio? Quelle che vede è roba di serra, vengono dal Sud. Tra coltivazione, trasporto e scarto, è chiaro che costano.
Oggi non sanno più niente.
Le zucchine, ma anche tutto il resto. Lo dico contro il mio interesse.
No, dicevo: la gente, non sa più niente. Delle stagioni, della campagna, delle coltivazioni. Mi sa che pensano che i manghi crescano a Mango, e magari in dicembre.
E’ così. Era più bello il mio lavoro quando c’erano le madame esigenti.
Quella antipatiche e dal culo grosso.
Quello sì, ma esigenti, competenti. Ti insegnavano qualcosa.
Vede, una volta, gli artigiani non erano ricchi, i contadini erano poveri, e i poveri erano miseri. Ma ognuno di loro sapeva quel che doveva sapere. Sulle stagioni, sulle verdure, su cosa fosse conveniente fare e non fare.
Oggi i poveri (che ci sono di nuovo) sono poveri di tutto. Anche del sapere spicciolo, quel che aiuterebbe a sopravvivere.
Mah! Anche allora…non c’è da rimpiangere.
No. Ma da ricordare.

Silvio Saffirio

Silvio Saffirio è uno dei “nomi” della pubblicità. Creativo di formazione, diviene imprenditore nel ’68, creando la BGS, un’agenzia italiana che farà scuola, conquisterà importanti Clienti, premi e reputazione internazionali e giungerà a dare lavoro a oltre 450 collaboratori. E’ stato docente al Master di Marketing e Comunicazione della Facoltà di Economia di Torino. Ha collaborato con UNICRI, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di legalità e sicurezza. Consulente di comunicazione di Enti e Società, curatore di Mostre, è membro del Giurì dell’Autodisciplina Pubblicitaria. Autore di saggi e articoli, ha pubblicato “Gli anni ruggenti della pubblicità”, (Instar libri) un’intensa serie di conversazioni con i suoi amici/maestri, i più grandi creativi italiani di un’epoca (1970-2000) oggi amata, rimpianta e ancora insufficientemente indagata.

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