A Torino si è organizzato in modo spontaneo un comitato di cittadini che si oppongono alla prevista costruzione di un parcheggio privato (box auto privati) sotterraneo sotto Corso Guglielmo Marconi a Torino.
Nel loro sito scrivono: “Ci teniamo a sottolineare che il Comitato è contro l’edificazione della struttura ma A FAVORE della riqualificazione del viale. Distruggere un viale di quattro secoli per costruire posti auto privati sotterranei sarebbe totalmente incoerente con un progetto di riqualificazione ed abbellimento. Si tratta di una vendita di territorio pubblico per edilizia privata. Non siamo un comitato contro i parcheggi sotterranei, né contro le isole pedonali. Non siamo politicamente schierati. Non siamo nostalgici di un passato bucolico: è il futuro che ci interessa, quello che lasciamo ai nostri figli e nipoti”.

Abbiamo intervistato l’Ing. Marino Bernardi del Comitato Salviamo Corso Marconi.

Ingegner Bernardi, può illustrarci la situazione attuale del progetto per la costruzione di un parcheggio interrato sotto Corso Marconi a Torino e può spiegarci per quale motivo il Comitato Salviamo Corso Marconi vi si oppone?

Il progetto preliminare è stato presentato e la ditta Nordgest si è aggiudicata la gara d’appalto, il progetto ricalca in sostanza i disegni preliminari che erano allegati al bando del Comune di Torino.
Da un punto di vista costruttivo si tratta di un garage di due piani con circa duecentocinquanta posti.
Durante la conferenza di servizi sono stati ribaditi i disegni e si sono incontrati i responsabili dei vari sotto – servizi, dalle fognature all’acquedotto municipale, si tratta di una presa d’atto delle criticità legate agli spostamenti necessari.
Noi siamo contrari innanzitutto per la ragione di fondo che su questo parcheggio pertinenziale non è mai stato richiesto il parere dei diretti interessati, anche la Circoscrizione si era e si è dichiarata contraria a questo parcheggio, perché non risponde
agli interessi generali della città, non solo a quelli del quartiere. Abbiamo spiegato le nostre contrarietà in più di un’occasione e abbiamo scritto al Comune sottolineando diversi aspetti di carattere tecnico che ci preoccupano. Non abbiamo mai
visto quello che la Legge prevede, cioè dei disegni, delle relazioni idrogeologiche e soprattutto una valutazione d’impatto ambientale, perché questo parcheggio ricade sotto diverse normative. Abbiamo anche sottolineato il fatto che questo viale è sottoposto a una
sorta di protezione da parte dell’Unesco e anche la Soprintendenza comincia a interessarsi agli aspetti storico – artistici, non sufficientemente rimarcati.
Un altro elemento importantissimo è la ricaduta sull’economia dell’intero quartiere, non solo per i proprietari delle case.
Abbiamo esperienza circa diversi parcheggi pertinenziali a Torino e abbiamo notato che quasi ovunque nel corso dei lavori, dove non erano state fatte le dovute valutazioni idrogeologiche o semplicemente le indagini sulle problematiche del traffico, la costruzione
dei parcheggi si è prolungata ben oltre i due anni previsti. L’attività economica del quartiere è stata in questo modo stravolta e penalizzata, lo dimostra il fatto che dei venti parcheggi pertinenziali del 2009 ne sono già stati chiusi alcuni per motivi vari, perché in
quei casi la cittadinanza si era mossa in tempo, nel nostro caso ci siamo mossi quando abbiamo saputo cosa stava succedendo.

Come ultimo punto bisogna considerare i problemi statici di un paio di palazzi di Corso Marconi per i quali sarebbe richiesto un monitoraggio, per lo meno prima di iniziare i lavori, invece non è stato fatto nulla, nonostante tutto ciò sia stato segnalato in una
“diffida” fatta al Comune per verificare le diverse problematiche prima di cominciare i lavori.
Ci può parlare del futuro degli alberi del Corso?
La questione degli alberi è un altro aspetto legato alla parte botanica, perché il disegno preliminare, così come confermato dal progetto della ditta che si è aggiudicata il bando, trasforma la base delle piante ad alto fusto in vasche di cemento profonde poco più di un metro, assolutamente non adatte a ospitare le radici di alberi secolari. È chiaro che avremo così degli alberelli, come quelli di Piazzale Valdo Fusi, che non sono all’altezza del viale storico. Lo stesso progetto preliminare riporta una sorta di piccola rambla, una superficie fatta con materiali e disegni non adeguati a questa parte aulica.

L’ipotesi è quella di pedonalizzare il viale?
L’ipotesi è quella di pedonalizzare tutto Corso Marconi e questo comporta anche la scomparsa di circa trecento posti – auto pubblici che non verranno più rimpiazzati dato che al momento il Comune non ha spiegato dove si potrebbero recuperare.
Via Valperga Caluso è diventata inoltre a senso unico e percorrere Corso Marconi diventerà per forza uno sfogo, non potranno così che acuirsi i problemi di traffico e di inquinamento.
Tutti i Palazzi di Piacere dei Savoia della Corona di delizie erano uniti alla Cittadella fortificata pentagonale attraverso passaggi sotterranei, in modo da garantire una via di fuga sicura, crede che il parcheggio potrebbe spaccare l’antico cunicolo che collegava il Castello del Valentino alla Cittadella?
Quello che sappiamo è che in Corso Marconi esistevano una serie di canali che fino a pochi anni fa alimentavano i giardini del Valentino. A fianco del Corso c’erano almeno due canali storici che servivano per l’irrigazione e alimentavano le vasche per le prove idrauliche del Politecnico di Torino al Castello del Valentino. È certo che ci siano tracce di questi canali che sono stati probabilmente tombati. Nessuno si è preoccupato di capire cosa troveremo sotto il Corso, manca completamente una relazione geologica, prima di scavare sottoterra le norme del 2008 impongono che un geologo assicuri che sia possibile effettuare uno scavo, escludendo la presenza di cavità, di canali tombati, di altre cose che potrebbero ritardare i lavori e aumentare i costi, col rischio che l’impresa si fermi perché sono venute fuori cose di cui non si era a conoscenza e sono fuori dal budget. Esiste un rischio concreto, come quello dei palazzi che possono rivelare delle crepe.
Sono presenti falde acquifere nella zona interessata dal parcheggio sotterraneo?
La falda è presente sul Corso. Durante le prove per verificare la possibilità di far passare la metropolitana in Via Madama Cristina invece che in Via Nizza sono stati fatti sondaggi geognostici in profondità che hanno rivelato la presenza di una falda importante all’angolo tra Via Madama Cristina e Corso Marconi. Come minimo il Comune avrebbe dovuto fare un’indagine per stabilire se la falda scorre sotto l’area interessata dal parcheggio. Uno studio commissionato dalla Giunta del Comune di Torino ha rilevato che negli ultimi
anni tutte le falde di Torino, in particolare alla Falchera e a causa della deindustrializzazione, (dato che le aziende non pompano più l’acqua dalle falde), stanno salendo a un livello impressionante. Siccome quest’opera è destinata a durare novant’anni non è escluso che tra alcuni anni, la falda, che oggi è a meno dodici metri, possa ritrovarsi ameno nove o meno otto, andando a interessare la parte più bassa del vascone di cemento del parcheggio che, creando un ostacolo, potrebbe deviare l’acqua. Senza un’analisi idrogeologica seria, che non è stata fatta, non ha senso dunque procedere con la costruzione del parcheggio. Abbiamo letto spesso notizie come: “il Comune non ha rispettato il piano regolatore e piove nelle cantine di Olbia; il Comune non doveva
costruire; il Comune avrebbe dovuto”..
L’indagine idrogeologica dovrebbe essere estesa anche alle aree adiacenti?
Quando si effettua uno scavo bisogna considerare tutta la parte di terreno che viene influenzata e che si estende per una cinquantina metri, dipende naturalmente dalla profondità. Quando si fa una relazione geologica il geologo non considera solo la parte delimitata dal perimetro fisico, ma valuta anche un’area circostante per capire se ci possono essere delle interazioni fra gli scavi, il terreno e i manufatti vicini. Il Comune dice che non è un problema suo perché si limita a dare in concessione un diritto di superficie, ma sul bando c’è scritto che il diritto di superficie è finalizzato alla costruzione di un parcheggio pertinenziale e il suo disegno è ben definito nel bando. C’è un forte interesse pubblico in questo progetto, per cui il Comune deve dare tutte le risposte. Queste cose sono state chieste, abbiamo scritto delle lettere ufficiali al Comune e non abbiamo avuto risposta. Non sono domande fatte nel corso di un convegno, sono state formalizzate, ora stiamo preparando un ricorso al TAR che sicuramente metterà in evidenza tutta la parte amministrativa formale che non funziona.
Ci sono già state delle conseguenze relative alla notizia della costruzione del parcheggio?
I valori immobiliari di Corso Marconi stanno scendendo, conosco persone che stanno cercando di vendere, ma dopo la notizia del parcheggio sta diventando molto più difficile. Già adesso per recarsi nei locali di San Salvario di sera si fatica a trovare parcheggio,
immaginiamo con la scomparsa dei trecento posti come diventerà la situazione, perché il viale centrale verrà pedonalizzato sia nella parte sotto la quale ci sarà il parcheggio sia nella parte da Via Madama Cristina fino a Via Nizza.
Quali saranno i prossimi passi che compirete per opporvi al parcheggio?
Adesso stiamo aspettando il ricorso al TAR, lo stiamo preparando. Si possono impugnare degli atti amministrativi come per esempio il bando, l’aggiudicazione definitiva, il permesso di costruire: “noi impugneremo la delibera di approvazione del progetto definitivo.
Intervista e foto di Giacomo Cornelio

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