foto S.Ricci Archivio CISVIl 17 ottobre ricorre la Giornata internazionale per la Lotta alla Povertà. Inevitabile pensare ad Haiti, uno dei Paesi più poveri dove oltre metà della popolazione deve sbarcare il lunario con meno di 1 $ al giorno. La miseria endemica, favorita da decenni di dittature e malgoverno, è peggiorata in seguito al terremoto (e all’epidemia di colera) del 2010, da cui il Paese non si è ancora rialzato. «La ricostruzione fatica a decollare e gli aiuti stranieri, soprattutto di Usa, Canada e Francia, mascherano forme di controllo neo-coloniale che non aiutano la ripresa» spiega Alessandro Demarchi di CISV, associazione torinese che sostiene la popolazione haitiana nello sforzo di far ripartire le attività produttive – prima fra tutte l’agricoltura – per garantire il diritto al cibo e la sovranità alimentare. «Lavoriamo con le organizzazioni contadine nell’area risicola dell’Artibonite e nella zona rurale di Léogane, tra le più colpite dal terremoto, per migliorare la produzione, promuovendo tecniche di coltura agro-ecologiche e sostenibili».
foto A.Fabiani- Archivio CISV 1 (1)In concreto si punta a migliorare le capacità gestionali e organizzative dei contadini, spingendoli a unire le proprie parcelle di terra in appezzamenti unici, più facili e proficui da lavorare. «Favoriamo anche la vendita dei prodotti, attraverso la costruzione di depositi per conservare i raccolti e un sistema di microcredito che funziona così: la Racpaba (Rete di Cooperative per la produzione e commercializzazione della Bassa Artibonite) dà in prestito sementi di qualità e concime, “restituiti” poi in natura con una parte del prodotto finale del coltivatore» spiega Andrea Fabiani, già coordinatore dei progetti CISV ad Haiti.
«Il problema è che alcuni contadini, essendo molto poveri, faticano a restituire il prestito. Dove stiamo noi la gente vive con 0,4 euro al giorno, hanno fame e questo li obbliga a vivere nell’immediatezza: se ho la pancia vuota non penso al domani, non “tesaurizzo” in vista di investimenti futuri». Insomma non ci si può permettere il lusso di rinunciare all’uovo oggi per avere la gallina domani. «L’indice di restituzione del prestito non è sempre adeguato, e quando in un villaggio la maggior parte dei contadini è insolvente ci rimette tutta la comunità che non può più beneficiare del prestito, erogato “in solido”. Quando però le cose funzionano e gli agricoltori riescono a saldare i debiti si crea un sistema virtuoso, che mette in moto l’economia locale. Grazie al microcredito, alla formazione dei contadini e all’introduzione di alcune migliorie (come le moto-coltivatrici, che il contadino può affittare dalla propria associazione risparmiando) la produzione agricola migliora in quantità e qualità. «Per dare un’idea, in pochi mesi la resa del raccolto è addirittura raddoppiata passando da 2,5 a 5 tonnellate per ettaro» dice Andrea.
La sfida adesso è rendere sostenibile il sistema dei prestiti ed estenderlo ad altre aree del Paese, garantendo agli haitiani entrate sufficienti a riprendere in mano la propria vita e quella dei propri figli.

Per Info e per donazioni ad Haiti: www.cisvto.org

Stefania Garini
Comunicazione COP – Consorzio delle Ong Piemontesi
E-mail: comunicazione@ongpiemonte.it
Sito Web: www.ongpiemonte.it

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