Era solito ripetere: “chi fotografa si illude di produrre una immagine quando invece la consuma”, oppure “le fotografie non si fanno ma si prendono”.  E ancora, toccando un nervo scoperto:
Non fotografare gli straccioni, i senza lavoro, gli affamati. Non fotografare le prostitute, i mendicanti sui gradini delle chiese, i pensionati sulle panchine solitarie che aspettano la morte come un treno nella notte. I bambini idioti che giocano alla guerra. […]. La società gli ha già preso tutto, non prendergli anche la fotografia”.

Galleria d'Arte Moderna

Fotografia di Ando Gilardi, Palermo 1957.

Chi era quest’uomo che di fotografia ha vissuto, facendola, archiviandola, scrivendone e pensandola senza farle sconti e riuscendo ad amarla, quasi sempre.
Una biografia complessa la sua, fotografo, giornalista, storico e critico della fotografia profuse grandi energie e risorse intellettuali nella sua opera divulgativa dedicata alla fotografia dal punto di vista iconico, tecnico e tecnologico. Noto per le riflessioni e i dibattiti rivolti a temi quali semantica, valenza e potere del documento fotografico. Tra le molte pubblicazioni, dirigere o fondare riviste, si dedicò altresì  alla didattica con una spinta appassionata e a detta di molti appassionante.
Con un titolo divenuto celebre, “Meglio ladro che fotografo” Ando Gilardi (1921 – 2012), ha intessuto di ironia e scomode verità il mondo delle immagini. Per conoscerlo meglio la Galleria d’Arte Moderna di Torino dal 15 marzo al 16 giugno, presenta negli spazi della Wunderkammer la mostra dedicata ad Ando Gilardi Reporter attraverso una selezione di scatti eseguiti tra il 1950 e il 1962.

Galleria d'Arte Moderna

Ando Gilardi

Il progetto espositivo, curato da Daniela Giordi è stato realizzato in collaborazione con la Fototeca Gilardi. L’esposizione rappresenta a tutti gli effetti una novità rispetto alle mostre fotografiche dei circuiti principali ed è anche l’occasione per valorizzare il recupero e la digitalizzazione dell’importante collezione di negativi del fondo Ando Gilardi Reporter, portato a termine nel 2017 da ABF – Atelier per i Beni Fotografici di Torino.
La mostra si compone di 55 fotografie, restituzioni contemporanee che pongono l’accento sui temi maggiormente ricorrenti: l’infanzia, il lavoro, l’emancipazione femminile, l’identità degli italiani, il costume, le attività sindacali, eventi di cronaca. In questa narrazione s’intersecano contenuti di natura formale conseguenti al linguaggio fotografico di quegli anni, di gusto post neorealista, supportato da una cultura visiva di taglio giornalistico, con un occhio di riguardo alle immagini della Grande Depressione americana, ovvero alle campagne fotografiche promosse dalla Farm Security Administration nell’ambito del New Deal, e della straight e della streat photography.

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Alluvione città di Salerno 1954

Scrive la curatrice,”nella mia esperienza la preparazione di una mostra è sempre una pesca miracolosa durante la quale si tirano su con ordine cronologico e stratigrafico i soggetti e i temi; dalla molteplicità di contenuti narrativi, le immagini inanellandosi costruiscono percorsi e un racconto, con capitoli, periodi, incisi da cui partire per estrapolarne delle fotografie, che non potranno necessariamente essere le più belle ma le più equilibrate e utili al discorso, come parole che non dovranno costruire un indice di contenuti del fondo in oggetto, ma preferibilmente un racconto breve che sappia farne emergere come cartina di tornasole il vero taglio e spessore culturale”.

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Fiera in Piazza Navona

L’esposizione è arricchita da documenti e rotocalchi originali per sottolineare l’importanza che Ando Gilardi attribuiva alla fotomeccanica e alla diffusione della fotografia a mezzo stampa, ci sono le pagine di alcuni fotoservizi come ad esempio le inchieste Magia e Maciari svolte in Lucania al seguito di Ernesto De Martino e Diego Carpitella.
Offrire ad Ando Gilardi il giusto spazio, condividere il suo sguardo da autore, il suo approccio ontologico e umano verso il soggetto fotografato, la sua visione politica dell’esistenza e al profondo rispetto per l’altro è uno dei cardini della mostra. Infatti Gilardi non rubava l’immagine, ma nei suoi scatti il soggetto diventava testimone, interlocutore e attore dell’attimo impresso sulla fotografia.

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Panni stesi. @Ando Gilardi/Fototeca Gilardi

Tra gli eventi in corollario un incontro con Michele Smargiassi dal delizioso titolo “Il VagabAndo pentito: ricordAndo e rinnegAndo. Conversazioni su Ando Gilardi in previsione per l’11 aprile alle ore 18.00.
Così come un “Percorso” guidato da Daniela Giordi in programma per il 16 maggio alle ore 16,30.
La mostra Ando Gilardi Reporter. ITALIA 1950-1962 apre le attività di ARCHIVIARE il Presente, contenitore culturale per un progetto condiviso fra enti, associazioni culturali, centri polivalenti, gallerie, che avrà luogo nella primavera 2019 e rientra nella Kermesse Fo-To Fotografi a Torino.

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FOTOTECA GILARDI negativi dei reportage di Ando Gilardi.

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