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Federico Tozzi non è solo il noto scrittore senese nato nel 1883, Federico Tozzi è anche un giovane editore il cui nome ha sicuramente inciso una vocazione nel suo destino. 
Federico come si diventa editori e perché ?
Oltre a essere un appassionato lettore sono dal 2006 un libraio indipendente. Credo che la cosa in me sia sempre andata di pari passo; ho sempre sognato di lavorare e di “stare” tra i libri e non appena si è presentata l’occasione mi sono chiesto dove mi sarei visto a lavorare tra dieci anni, mi sono risposto tra i libri e ho colto l’opportunità. Così ho iniziato a conoscere tutto un mondo che agli occhi dei lettori può sembrare compatto ma che in realtà è ricco di sfumature e problematiche. Ovviamente il desiderio di crescere professionalmente, di andare incontro a nuove sfide e di provare a realizzare quei sogni che uno si confessa a fatica hanno fatto il resto. Per anni ho consigliato ai miei clienti i libri di altri editori e spesso mi sono trovato nella condizione frustrante di scoprire che un testo che avrei amato leggere in Italia non esiste o non è più disponibile. Da qui il passo è stato breve. In un certo senso vorrei contribuire nel mio piccolo a rendere il paesaggio culturale italiano più ricco e sfaccettato. Non ho la soluzione in tasca certo ma ho idee e tanta voglia di fare.
Che tipo di progetto editoriale ti sei dato ? 
Il mercato editoriale oggi si trova di fronte a un grande bivio, da un lato le librerie sono inondate di bestseller che hanno una vita media di pochi mesi e che spingono il lettore verso un’esperienza “usa e getta” che non mi piace, dall’altro ci sono un sacco di persone che, al contrario, ricercano libri di qualità, che hanno ancora il piacere della scoperta e che soprattutto hanno gusti raffinati. Sono persone che non accettano la deriva di un mercato saturo di testi dallo scarso valore. Per questo motivo credo che andare in controtendenza oggi voglia dire puntare sulla qualità, del prodotto e dei testi.
Per quanto riguarda il testo, i classici sono, per certi versi, una sicurezza e da qui si deve ripartire se si vuole riscoprire il piacere della lettura. Un bel libro non invecchia, un libro mediocre si. Non è un caso che a sentire meno la crisi degli ultimi anni siano stati gli editori considerati di qualità, quelli che possono contare su di una nicchia di mercato composta dai lettori veri, quelli che non possono stare senza un libro sul comodino. Il prodotto inoltre è diventato essenziale. Il libro oltre a dover essere un testo valido deve proporsi anche bene. Deve essere un oggetto bello a maneggiarsi, bello da sfogliare e bello da collezionare. Credo sia il modo migliore per rispondere agli ebook. Con questo non voglio criticare gli ebook in sè ma se il libro di carta avrà un futuro lo avrà grazia alla qualità.
Quando ho iniziato a lavorare sul mio progetto editoriale proprio per questi motivi ho pensato di realizzare dei libri che si possano collezionare; da qui nasce la collana Cecilia, che vuole essere sia un omaggio alla lettrice comune attraverso la cartolina e il rimando che si avrà sulla copertina sia un “prodotto” da conservare e collezionare. Il fatto che abbia un filo rosso che legherà ogni uscita la renderà progressivamente compatta e riconoscibile.
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La tua prima collana si chiama Cecilia, quale gioiello sarà il suo primo pendente ?
Il nome Cecilia, il nome di una donna, nasce dal fatto che ero stanco di collane con nomi di animali o nomi tutto sommato generici. Volevo qualcosa di diverso, qualcosa che fosse solo mio, che fosse personale. Ed ecco Cecilia.
Eduard Von Keyserling è il gioiello, scrittore della nobili origini baltiche, è un mio vecchio amore. In un certo senso mi ha trovato lui tanti anni fa. Il “nostro incontro” è stato singolare: quando facevo l’università ed ero squattrinato ebbi l’occasione di ricevere tramite mio cognato dei libri da parte di una signora, ottima lettrice, che non avendo parenti glieli ha lasciati. Mio cognato quando li ha ricevuti ha pensato subito a me. E’ stato come un passaggio di consegne. Quei libri mi hanno dato la possibilità di scoprire molti autori che non conoscevo e che ai tempi avrei avuto grosse difficoltà ad avvicinare. E così mi sono innamorato di editori quali Adelphi e soprattutto di un autore: Von Keyserling.
Per cui per certi versi è stato quasi normale iniziare con “Versante Sud”, libro ormai introvabile,  rieditandolo se ne potrà apprezzare la grande prosa. Tradotto in italiano da Giovanna Agabio (traduttrice tra le altre opere de Profumo di Süskind) Versante Sud è uno dei capolavori della letteratura impressionista tedesca di primo novecento.
Edmondo Bertaina

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