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Lo scorso 22 settembre, per il ciclo di conferenze scientifiche in programma al Museo Egizio di Torino, l’egittologo Paolo Gallo, docente presso l’Università di Torino, ha presentato un interessante excursus sulle origini di Alessandria d’Egitto, considerata la più importante capitale della cultura greca nel Mediterraneo, dopo Atene.
Il prof. Gallo ha illustrato, con semplicità di linguaggio e precisione scientifica, il quadro dello sviluppo urbanistico della città ellenistica, contraddistinto da una commistione di elementi architettonici greco-egiziani, ridimensionando la reale portata e l’interpretazione dei recenti rinvenimenti, avvenuti grazie alle campagne di scavo subacqueo nel porto di Alessandria ad opera delle missioni francesi e quella greca, che tanta eco mediatica hanno suscitato negli ultimi anni.
L’accento posto su una parte di questi rinvenimenti, ovvero i materiali lapidei più propriamente egizi ed antichi, in particolare attraverso mostre di successo e richiamo, come Egitto. Tesori sommersi, tenutasi nel 2009 alla Venaria Reale, ha fornito al pubblico l’impressione che la città, di impianto e di origine ellenistica, nascondesse una ben più consistente tradizione egizia, testimoniata da questi rinvenimenti e dall’identificazione di una preesistente città dal nome di Rhacotis.
Questo orientamento ha caratterizzato anche alcuni studi di ambito scientifico, diffusisi recentemente su entrambe le sponde del Mediterraneo, nei quali è stato posto l’accento sull’origine egizia della città proprio sulla base dei materiali che riportano iscrizioni in geroglifici, o ascrivibili ad una cronologia più antica.
Per riportare nei giusti termini la questione delle preesistenze egizie e ridimensionare la portata dell’interpretazione di tali materiali (che, in termini percentuali, costituiscono una minima parte del materiale recuperato durante le campagne di scavo subacqueo), il prof. Gallo ha presentato in anteprima alcuni risultati della sua ricerca, volta a ricollocare i rinvenimenti nei loro siti ed edifici originari, individuandone la provenienza da altri insediamenti della valle del Nilo, o ricostruendone la possibile collocazione nell’urbanistica della città di Alessandria.
Le ricostruzioni sulla base delle fonti dirette (iscrizioni egizie) e indirette (resoconti e pubblicazioni di archeologi, appassionati, ambasciatori e mercanti d’arte) hanno portato il professore ad occuparsi, per la prima volta nella sua lunga carriera, di ricerca antiquaria, ovvero a ricostruire, attraverso fonti di prima e seconda mano (piante, catasti, descrizioni e pubblicazioni), le vicende anche più recenti dei reperti decontestualizzati, secondo quella che normalmente è definita “storia degli studi”.
L’origine dei depositi sommersi è, infatti, frutto di una collocazione secondaria dei materiali lapidei, in quanto essi, molto pesanti e resistenti, furono utilizzati in varie fasi della storia, con la funzione di frangiflutti, per contrastare i fenomeni di subsidenza che hanno interessato il porto della città.
La ricerca del prof. Gallo, presentata in anteprima assoluta, trae origine dalla sua partecipazione alla curatela dei volumi scaturiti dalle campagne di scavo subacqueo succitate, volumi che sono in fase di pubblicazione e nei quali saranno svelati ulteriori interessanti interpretazioni e nuove scoperte sul passato di Alessandria d’Egitto.
Un altro incontro da non perdere dell’importante ciclo di conferenze organizzato dal Museo Egizio di Torino è in stato quello del  10 ottobre 2014, alle ore 21.00: sulla città di Amara, in Nubia, con ospite d’eccezione il Dr. Neal Spencer, del Department of Ancient Egypt and Sudan, British Museum. La conferenza del prof. Spencer trasmessa in live streaming e visibile sul canale you tube della Fondazione Museo della Antichità Egizie di Torino, replicando l’esperimento di successo tenuto con la conferenza del prof. Cedric Gobeil reperibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=0Fzmf2_mPio

Raffaella Tione

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