Fino al 21 febbraio prossimo è visibile da  Camera, Centro Italiano per la Fotografia la mostra Reflexions.  Sul sito di Camera, la mostra viene presentata come il risultato di una missione fotografica che ha coinvolto due grandi fotografi di Magnum PhotosAlex Webb e Harry Gruyaert, in una residenza con 29 giovani fotografi italiani selezionati su circa 200 domande pervenute. Oggetto della missione sono state le colline di Langhe-Roero e Monferrato, di recente riconosciute Patrimonio Mondiale dall’Unesco.

La missione è stata organizzata dalla Regione Piemonte in collaborazione con l’Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero, Asti Turismo, Alexala e Camera in due sessioni di una decina di giorni ciascuna, primaverile e autunnale. L’intento dichiarato è stato quello di: “ottenere una visione collettiva, seppur declinata secondo il linguaggio personale di ciascun fotografo, delle bellezze del territorio, della sua vocazione produttiva e delle specificità di ciascuna località esplorata“. Decisamente ambizioso quindi.
A fronte di queste buonissime intenzioni, ci si trova in uno stanzone sulle cui pareti sono disposte a gruppi divisi per località delle fotografie senza indicazioni su chi ne siano gli autori. Si intuisce che quelle montate su supporto rigido con distanziali e di formato maggiore siano dei due grandi fotografi Magnum, mentre le altre semplici stampe spillate con chiodini al muro siano dei 29 giovani fotografi italiani. Ad una parete una gigantografia da parati presenta un paesaggio di Alex Webb, non dissimile da mille altri già visti su quelle zone nei decenni scorsi.
In occasione dell’inaugurazione, nella sala conferenze è stato poi offerto del vino langarolo, accompagnato da grissini e da uno slideshow dove le foto erano diverse da quelle esposte, ma almeno i nomi degli autori c’erano. L’effetto dell’insieme l’ho trovato francamente imbarazzante e cercherò di spiegare il perché. L’impressione immediata è stata quella di trovarsi di fronte ad una tipica operazione in stile anni ’80 ad uso e consumo delle Atl regionali, da sempre a caccia di immagini promozionali (leggi “cartolinesche”) senza volerle però commissionare, e pagare, a professionisti di settore. In genere, si usava l’escamotage del concorsino per fotoamatori con cessione gratuita delle fotografie e citazione dell’autore (che in Italia sarebbe un obbligo di Legge, ma viene sempre spacciato come un premio). Però il materiale che arrivava non era magari così adatto e poi non aveva alcun lustro, essendo spesso i fotografi partecipanti degli emeriti signor Nessuno.

Visto però che la Regione Piemonte investe centinaia di migliaia di euro del contribuente per sostenere Camera (basta andare a leggersi sul sito della Regione determine e delibere per farsi due conticini), allora perché non ripetere un altro giochino che negli anni scorsi funzionò così bene: le famose, e costose, campagne regionali di Magnum Photos. Stavolta la variante è che i fotografi sono sempre marchiati Magnum, ma il referente è una Fondazione di diritto privato che ha per compito: “la valorizzazione e promozione su scala nazionale e internazionale della fotografia“. Tutta un’altra musica.
Basta poi associare a due fotografi professionisti, e pagati, qualche decina di ben selezionati under 35 (perché dai 36 anni in su han più o meno tutti mangiato la foglia) i quali pagando qualcosa di tasca loro, ma venendo ospitati (solo pernottamento, colazione e qualche rimborso benzina) accettino per una decina di giorni di girare le zone della missione per poi regalare immagini decenti scelte dai due professionisti. Massimo risultato con il minimo sforzo. La Regione rinfresca con poca spesa gli archivi fotografici e i giovani possono mettere in cambio una riga prestigiosa in più nei loro curriculum.
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Peccato che il materiale visto in mostra, professionisti inclusi, sia di qualità iconografica non così significativamente diversa da tanta altra già vista e stravista: le vigne, i vignaioli, i paesi, le colline, qualche figura che fa qualcosa, qualche angolo meno riconoscibile, dettagli enogastronomici, un colore medio che rende le fotografie intercambiabili tra di loro.
Alla fine della fiera, perché quasi una mostra da vecchia Fiera dei Vini sembrava, sotto paroloni, lustrini e paillettes rimane poco, davvero troppo poco. Al di là di tutto, il mio pensiero va ai ragazzi. Per loro penso che la cosa migliore sia stata incontrarsi, vivere qualcosa insieme e alla fine aver forse fatto un passo in avanti verso un incerto e difficile futuro nel quale il loro nome sia messo dove deve e i loro sforzi autoriali siano rispettati, sostenuti e ripagati dignitosamente, non rimanendo più solo oggetto di lucro altrui.
Eccoli qui:
Federico Aimar, Andrea Alfano, Francesco Amorosino, Giancarlo Barzagli, Michela Benaglia, Giuliano Berti, Domenico Camarda, Gabriele Cecconi, Marco Cesaria, Alfredo Chiarappa, Veronica Coppo, Claudia Corrent, Andrea De Franciscis, Enrica De Nicola, Paolo Ferreri, Carlos Folgoso, Bramo Majlend, Francesca Manolino, Matilde Menini, Francesco Pistilli, Luca Quagliato, Alex Rampini, Elisabetta Riccio, Luana Rigolli, Nicola Sacco, Simone Sapienza, Giuseppe Valerio Scandiffio, Francesca Todde,  Matteo Zannoni.
Fulvio Bortolozzo

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