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Le gallerie d’arte moderna contemporanea in città hanno registrato negli ultimi anni d’arte una flessione di mercato imputabile non solo alla crisi che ha toccato tutto il settore almeno dal 2008, ma anche alle sempre crescenti pressioni fiscali che penalizzano l’acquisto di opere d’arte in Italia rispetto agli altri paesi europei: questo ha creato un inevitabile assottigliamento nelle file delle gallerie che pur ricordano, per storia e prestigio, il ruolo di Torino come capitale dell’arte contemporanea, scettro scivolato di mano parallelamente al declino negli ultimi anni del Castello di Rivoli come luogo espositivo e di ricerca di fama internazionale.
A tal proposito ci si augura che la nuova direzione di Rivoli assegnata in questi giorni a Carolyn Christov Bakargiev possa rilanciare un programma rigoroso e seriamente competitivo, in grado da fare da traino a tutto il sistema dell’arte torinese, reattivo e attento, ma oggettivamente non ancora in grado di fare miracoli e supplire a vuoti o incertezze istituzionali.
Tra le gallerie che resistono a Torino si registrano 12 realtà Alberto Peola, Gagliardi Art System, Galleria Dieffe, Franco Noero, Giorgio Persano, Guido Costa Project, In Arco, Luce Gallery, Norma Mangione, Photo e co., Riccardo Costantini, Weber & Weber che hanno deciso di unirsi in un’associazione, la Tag –Turin Art Galleries, già promotrice in passato di alcune iniziative interessanti come “ManifesTO” (opere d’arte come manifesti pubblicitari fuori scala sui muri di Torino), “Outlook” (opere contemporanee ospitate al primo piano nobile di Palazzo Bricherasio), e le differenti edizioni di “Ouverture”, aperture collettive e “mappate”, realizzate grazie al supporto della Fondazione per l’Arte Moderna e ContemporaneaCRT e della Camera di Commercio di Torino.
In questo scenario è dunque confortante segnalare l’apertura del nuovo spazio della Riccardo Costantini in via Giolitti 51 angolo via Bonafous, nel quartiere Borgo Po, da sempre luogo in cui si concentrano spazi espositivi e case d’asta. La galleria, che cambia sede da via della Rocca 6 dove aveva aperto nel 2013 negli spazi della galleria Biasutti con una potente mostra dell’artista americano Ray Smith, è diretta dal giovane Riccardo che ha dato nome alla galleria, erede di una famiglia di galleristi storici di Milano e da sempre dedito alla ricerca sull’arte contemporanea più giovane.
Riccardo crede alla vocazione storica di Torino città d’arte, pur riconoscendo alle fiere e alla disponibilità del gallerista a spostarsi e a utilizzare tutte le nuove vie di comunicazione mediatica un ruolo nodale per la sopravvivenza stessa delle gallerie. 

Proprio per questo è particolarmente stimolante e coraggioso aver scelto la pittura, e in grande formato, per inaugurare la nuova sede. La sera dell’inaugurazione, le tele di Santiago Ydañez, artista spagnolo che vive tra Berlino e Malaga dal ricco curriculum internazionale, accoglievano un pubblico numeroso, che risponde sempre positivamente ad iniziative come questa (le sere di Ouverture sono proprie cacce al tesoro da tutto esaurito). Un tratto ricco, sicuro, aggressivo e allo stesso tempo suadente, quello di Ydañez, che risente della doppia anima pittorica, spagnola e germanica. Una cromia ricca ma non urlata, consapevolmente a servizio della forza dei soggetti rappresentati, che guardano lo spettatore in un provocante gioco di specchi che non ammette inganni. Da circa un decennio, come ricorda nella presentazione Omar-Pascual Castillo, direttore del Centro Atlántico de Arte Moderno di Las Palmas, Ydañez sperimenta la sua produzione in maniera organizzata – nonostante essa sembri essere caotica – come una tipologia tassonomica, una classificazione degli sguardi, di ciò che ci guarda e di ciò che noi a nostra volta guardiamo. Ydañez stesso ci regala una chiave di lettura illuminante della sua natura pittorica: Per catturare un gesto, come per catturare un animale, è necessario essere veloci
Anche per riafferrare la nostra identità di città capitale dell’arte contemporanea occorrerà essere veloci, e concreti, certamente più di quanto si è stato fatto negli ultimi tempi: segnali positivi e di resistenza non mancano.
Paola Stroppiana

Santiago Ydanez, “Guardami  Sino al 13 giugno Riccardo Costantini Contemporary
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