Alla sua rinascita, nel 2011, il Museo dell’Automobile di Torino fu intitolato all’Avvocato Agnelli. In realtà i torinesi ricorderanno che quello originario, portava il nome di Carlo Biscaretti di Ruffia, personalità fondamentale per il motorismo sabaudo e italiano: suo papà Roberto è tra i soci fondatori della Fiat e lui, non ancora maggiorenne, nel 1901 prende parte al I Giro Automobilistico d’Italia, dalla quale iniziativa nascerà l’Automobile Club Subalpino che sarebbe poi diventato AC Torino, il primo del Paese.

Museo dell’Automobile di Torino

Museo dell’Automobile di Torino

 

Interromperà gli studi in legge per dedicarsi allo studio dei motori e soprattutto al disegno: tecnico, per le più importanti case produttrici dell’epoca, attive specialmente a Torino; artistico, come pubblicitario e pittore finissimo, perfino caratteristica e “fumettista”.

Sarà invece negli anni ’30 che inizierà a interessarsi alle auto d’epoca (quelle di fine ‘800 che allora non sono nemmeno così “storiche”), a metterle da parte e curarle mentre tutti le trattano come ferri vecchi e iniziando a sognare il suo museo: ne parlerà una prima volta con Mussolini – a Torino in occasione dell’inaugurazione dell’autostrada per Milano – al quale l’idea piace, però non come all’amministrazione e, incredibilmente, al Senator Agnelli. Così, il museo sarà confinato allo stadio Olimpico dove ci stanno solo 70 auto, visitate dai tifosi delle partite che ci passeggiano attorno durante gli intervalli delle partite. Nel 1957 finalmente, iniziano i lavori del nuovo grande degno museo della sua collezione. Ma il destino è beffardo: viene inaugurato il 3 novembre 1960, un anno dopo la sua morte. 

Museo dell’Automobile di Torino

Alessandra Sallier de La Tour e Benedetto Camerana

Per tutti questi motivi oggi, il MauTo ha deciso di arricchire il suo percorso espositivo – uno dei più visitati d’Italia e il più importante del settore in Europa – con una sala dedicata a colui dal quale tutta questa grande avventura è iniziata.

L’inaugurazione è avvenuta martedì 24 settembre alle 18.30, quando la “piazza centrale” del Museo ha registrato il tutto esaurito. “Inizialmente avevamo pensato a una mostra” sostiene Mariella Mengozzi, direttrice della struttura, “ma poi abbiamo pensato che sarebbe stato bello risalire alle origini del nostro museo, raccontando i retroscena, la scelta di alcune auto anziché di altre, di un allestimento di un certo tipo. Ma non ci siamo fermati a una storia esposta da asettici pannelli: grazie alla collaborazione con la scuola Holden, la vicenda la racconta… Biscaretti stesso! Nella ricostruzione del suo studio infatti, assistiamo a un ologramma che interagisce con un filmato che ci dà la cronistoria della sua vita. Ne è emersa la figura intima, personale di Biscaretti, anche grazie al materiale del MauTo e a quello inedito che ci hanno concesso gli eredi Roberto Biscaretti di Ruffia e Alessandra Sallier de La Tour (presenti all’evento, ndr)”.

“AL MAUTO UN’AREA DEDICATA A CARLO BISCARETTI DI RUFFIA, IDEATORE E FONDATORE DEL MUSEO” 

Biscaretti aveva intuito la potenzialità dell’auto come oggetto di culto” – fa eco il presidente Benedetto Camerana – “oggi questa è la mission del nostro museo tanto che, la scelta del nuovo spazio espositivo, oltre a rendere omaggio al poliedrico personaggio è anche una scelta strategica: ci permette di recuperare un pezzo fondamentale della nostra memoria e di dare un senso all’intero nuovo percorso museale, tracciando un fil rouge che nasce da basi solide e percorre tutta l’esposizione”. 

Alla serata era presente anche Piergiorgio Re, presidente di AC Torino: “Il nostro Club è strettamente legato a Biscaretti e, di conseguenza, a questo stupendo museo. Quindi, essere qui e aver dato il nostro apporto prima al Museo e oggi al nuovo percorso, ci riempie di orgoglio”.

Museo dell’Automobile di Torino

L’Incidente

I saluti istituzionali hanno poi lasciato posto a tre gustosissimi racconti di Biscaretti letti e interpretati dai diplomati della Scuola Holden, in una scenografia dove protagonista era la bellissima Fiat 18/24 HP del 1908 appartenuta a Biscaretti, che è stata usata fino agli anni ’80 ed è stata uno dei primi pezzi della sua grandiosa collezione. Ad accompagnarli la musica dell’Harlem Swing Society, perfetta per la serata. 

Dopo un brindisi la visita vera e propria: la nuova area dà il benvenuto ai visitatori, essendo al secondo piano, dove inizia il percorso museale. Al centro della scena la ricostruzione del suo studio, la sua scrivania, la sua poltrona e la ricostruzione di alcune sue conversazioni, grazie alle tecnologie citate prima. Segue poi un’interessantissima rassegna di sue opere originali (33, realizzate tra il 1921 e il 1957), per lo più disegni e pitture, bozzetti a matita, a calamaio, a tempera, su carta semplice. D’altronde lui era così: un creativo vulcanico, sempre con qualcosa in mano per tracciare un disegno, una scenetta, una storia in immagini, che poi lasciava agli amici, ai parenti, ai clienti.

Tra i quadri esposti molte pubblicità, soprattutto di modelli Itala e Fiat, le rivisitazioni di fatti storici (Annibale che attraversa le Alpi, la partenza dei Crociati, un’azione dell’esercito cartaginese) dove l’automobile sembra perfettamente ambientata e la sua opera più celebre, “L’Incidente”, una “striscia” di carta lunga 5 metri che raffigura un buffo tamponamento tra auto di tutti i tipi e le epoche.

Il dipinto è stato totalmente ristrutturato dal MauTo ed è stato collocato sulla parete che lo ospita dalla ditta Arteria Safe Tech, che si occuperà anche della sua manutenzione ed eventuali “ritocchi” senza più rimuoverlo da lì.

La ricetta per fare un museo? “È un’impresa che trascende le modeste possibilità dell’uomo qualunque e richiede doti eccezionali, quali il cervello di un veggente, il cuore di un artista, la tenacia di un animo temprato ad ogni battaglia, la superba fede di un pioniere.” (Carlo Biscaretti di Ruffia)

http://www.museoauto.it/website/it

 

Luca Marconetti

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