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Nella mostra dal titolo “Forse mi ricordo di te”, che inaugura alla storica Galleria Grafica Manzoni di Antonio Fas, giovedì 27, sono esposte 25 opere da vedere, appassionanti e cariche di emotività.
Portatore di un rinnovamento di simboli iconici prettamente pubblicitari, nelle sue tele il passato è osservato e scavato con attenzione; piega alle sue esigenze di figurazione progettuale il pop, libero da ogni inquadramento storico sa riandare a quel che furono le tendenze grafiche dominanti legate al disegno, all’illustrazione di successo.
Presupposto di partenza è che il pubblico possieda memoria ottica, abbia una conoscenza a priori del fitto vocabolario fatto di marchi storici, personaggi del Carosello, prodotti, slogan e fumetti che non hanno perso vitalità né smesso di sedurre. Crivellaro esibisce con una chiave inattesa le icone di un consumismo soprattutto italiano, ancora agli albori e sostanzialmente ottimista.
Ritroviamo la piacevolezza delle immagini pubblicitarie del Campari o dello Stock, la Lambretta e la Vespa così come l’amaro Cynar. Gli aperitivi della Carpano e della Cinzano, la “n” in nero della Nutella, l’indimenticata La Linea di Osvaldo Cavandoli e molti altri associati dalla vorticante densità del suo operare, del suo stile con cui dissimula o esibisce, una mole straripante di riferimenti che oggi possiamo serenamente ritenere culturali.
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Miscelare in forme nuove elementi ri-conoscibili porta l’artista a creare un linguaggio che è punto di contatto tra novità e passato, una cosmogonia architettata per rinverdire e omaggiare artisti noti o sconosciuti di ieri. I dipinti sono un corale ottico ispirato da un indiscusso fascino estetico, ricco di riferimenti strategicamente sovrapposti, una visione rassicurante, un supporto psicologico per contrastare l’attuale aggressività pubblicitaria sprovvista di quel minimo di fascino in grado di renderla memorizzabile. 
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Le opere di Crivellaro dimostrano un’ottima conoscenza delle dinamiche della cultura visuale contemporanea: rapide, contingenti, equilibrate, in osmosi continua tra passato e presente; i suoi quadri procedono per scorci ispirati, accelerazioni, illuminazioni, moltiplicazioni di piani ed ipotesi legandosi sempre al punto di vista, imprescindibile, di chi guarda.

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