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Border

Fuori dal buio, 
dal buio di prospettive da cui provengono, dal buio della cronaca, troppo spesso più nera della loro pelle, osservati in un attimo del proprio destino e immobilizzati nella luce gentile dell’ambra – parola di origine araba – dei pixel di fotografie e video dell’artista Victor López González sono i migranti.
Questo in nuce il senso della mostra “Transitions – l’Umanità in transito” ospitata nelle sale del MAO, acronimo del Museo d’Arte Orientale di Torino, in cui il fenomeno delle migrazioni epocali di questi anni viene raccontata dalla sensibilità sfaccettata di un artista che si è concentrato su queste tematiche senza perdersi nei labirinti del facile pietismo.
Ha osservato e fatto propria l’inesauribile fatica di individui in viaggio, incuranti dei confini geopolitici e geografici, alla ricerca di qualcosa che non si determina unicamente con la  sopravvivenza economica. Piccoli Ulisse esposti, fragili e vulnerabili che ripercorrono odissee contemporanee sullo stesso mare cantato da Omero.
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Transitando con lo sguardo da una foto all’altra, circa 50 in mostra, allestite come zattere ottiche, si resta colpiti, o coinvolti, nel pensare all’universale fragilità preziosa della libertà.
In una delle fotografie viene incontro, la scritta, in stampatello bianco, dell’articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948: “ogni individuo ha il diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e il diritto di poterci tornare”. Sotto di essa si muove appena un mare indifferente e senza sponde, accogliente e terribile nel suo color indaco da sirena a cui troppi non sanno e non possono resistere.
La mostra parla di transiti, uomini e merci ignobilmente accomunati, di barriere antiche e di quelle moderne che si edificano nei pensieri e poi nel cemento, ma soprattutto ha il tocco quasi magico di obbligarci a restare aggrappati all’esperienza di vivere con gli altri. Gonzalez fa appello alla nostra capacità di provare ancora compassione, di riconoscere come propria la congenita vulnerabilità dell’essere umano. 

Il progetto indaga e penetra la città, proprio come i flussi di migranti penetrano il nostro territorio, attraverso opere ospitate in luoghi pubblici, solitamente non deputati all’arte. Un singolare intervento di Public Art vede cinque grandi opere in foglio, manifesti 6×3 metri in luogo delle cartellonista pubblicitaria, collocati in Piazza Amelia Piccinini e in via Massari angolo via Chiesa della Salute, dal 3 ottobre per un mese le opere saranno finestre visive al servizio dell’arte e della cultura.
Nella prestigiosa cornice dell’atrio d’onore di Palazzo Lascaris dal 7 ottobre sono state installate tre opere scultoree: “Eudourado”, “Human Capital” e “Gold Euro”.

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Eudourado Palazzo Lascaris

TRANSITIONS – l’umanità in transito

è un progetto artistico dell’associazione Martin – martini arte internazionale, curato da Patrizia Bottallo.

  • MAO Museo d’Arte Orientale ,  Via San Domenico 11, Torino – ingresso libero
  • Palazzo Lascaris – Consiglio Regionale del Piemonte, Via Alfieri 15, dal  7 ottobre – ingresso libero
  • Dal 20 ottobre al 7 novembre  2016 , da lunedì a venerdì  10,00 – 18,00 / sabato e domenica   11,00- 19,00
  • Manifesti
       –      Piazza Amalia Piccinini  (fronte Archivio di Stato)
       –     Via Massari angolo  Via Chiesa  della Salute  (antistante parco pubblico)
LA BONNE ESPÉRANCE

LA BONNE ESPÉRANCE

 
 

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