Lorenza Borrani

Mercoledì 13 gennaio allo scoccare delle 21 la musica da camera sarà protagonista indiscussa. l’Unione Musicale infatti ospita al Conservatorio G. Verdi, di Torino il trio formato da Lorenza Borrani, Mario Brunello e Andrea Lucchesini. Il programma prevede un viaggio introspettivo nella musica di Schubert con due capolavori assoluti del repertorio per trio con pianoforte: il Trio D. 898 e il Trio D. 929.
Il duo Brunello Lucchesini è oggi una delle più significative realtà nel panorama della musica da camera, non solo italiana. In tempi più recenti si è aggiunta Lorenza Borrani, giovane e brillante violinista fiorentina.
Il 1827 è per Schubert l’anno del ciclo liederistico Winterreise, degli Improvvisi per pianoforte op. 90 e op. 104, e dei due Trii op. 99 e op. 100. Pagine gemelle, in un certo senso, che hanno in comune l’evidente freschezza d’ispirazione e una struttura formale limpida e chiara. Non manca poi un certo impegno virtuosistico, specie nel Trio in si bemolle maggiore op. 99 D. 898.

Franz Schubert

Il tema iniziale dell’Allegro moderato propone un clima espressivo sereno, dal carattere volitivo: le digressioni verso cui andrà a perdersi e svilupparsi rappresentano quella realtà sempre prossima alla trasfigurazione, fra mille volti e umori che Schubert dipingeva istintivamente. La seconda idea, intessuta in stretto ossequio alla forma-sonata, è di taglio lirico, d’una bellezza calda e luminosa, e sarà elaborata lungo la strada del dispiegamento melodico e del dialogo fra le parti. Un’idea da cui scaturiscono ancora una volta decine di diramazioni. «Sofferente, femminile, lirico»: così Schumann accolse il Trio, riferendosi, forse, alla sua materia sonora, impetuosa e carezzevole, da domare ma anche da assecondare.
Il Trio in mi bemolle maggiore op. 100 D. 929, quello che viene considerato come secondo, fu tra le poche opere che Schubert riuscì a vendere a un editore. In questo caso era addirittura un editore di fuori Vienna: si trattava di Probst, attivo a Lipsia, il che faceva sperare a Schubert una possibile diffusione della sua opera anche al di fuori della cerchia ristretta della città. Il problema fu che l’editore se la prese comoda e pubblicò il Trio quando ormai Schubert era morto, nonostante quest’ultimo gli avesse mandato anche una lettera chiedendo umilmente spiegazioni sul ritardo. Non è un caso che questa composizione attirò l’interesse di un editore; è infatti un lavoro brillante che ha al suo interno alcuni temi memorabili, in primo luogo quello celeberrimo dell’Andante, pare tratto da una melodia popolare svedese. Nonostante il suo carattere sereno e lontano dalle introversioni schubertiane dell’ultimo periodo, questo lavoro è tutt’altro che facile dal punto di vista strumentale: particolarmente ardui sono i numerosi passaggi acuti del violoncello e la parte del pianoforte, in cui il canto è spesso realizzato con ottave. L’impressione d’insieme che dà questo lavoro è di un’opera dall’ampio respiro e dalle sonorità quasi sinfoniche.

BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI:
martedì e mercoledì 12.30-17 – giovedì e venerdì 10.30-14.30
Unione Musicale – tel. 011 566 98 11 – www.unionemusicale.it
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