E’ stata presentata un’interrogazione alla Commissione europea sul tema delle accise sul vino per i piccoli produttori, tema che per una regione come il Piemonte, che nel vino ha una delle sue economie più floride, ha una ricaduta di una notevole importanza.
L’interrogazione rilevava se “la Commissione non consideri la figura del rappresentante fiscale come un ostacolo alla libera circolazione delle merci”. Le accise sui vini prodotti in uno Stato membro e venduti a privati in un altro Stato membro, secondo la direttiva 2008/118/CE, devono essere pagate nel paese di destinazione. L’art. 36 della direttiva (relativo alla vendita diretta a privati) permette agli Stati membri di rendere obbligatoria la figura del rappresentante fiscale, responsabile per il pagamento dell’accisa sui vini importati nel loro territorio.
Su questo tema l’europarlamentare Daniele Viotti sottolinea “dobbiamo tutelare i piccoli produttori di vino che sono una realtà fondamentale per il nostro territorio, favorire la circolazione dei nostri prodotti nei paesi membri, arrivando a una maggiore sburocratizzazione delle procedure”.
Al momento quasi tutti i paesi UE impongono questo obbligo, con conseguenti oneri per le piccole aziende vitivinicole che vogliono esportare i loro vini. Recentemente è stato pubblicato lo studio, richiesto dalla Commissione, “Evaluation of current arrangements for movements of excise goods released for consumption” in cui si afferma che i piccoli produttori giudicano troppo alto il costo del rappresentante fiscale. 
La modifica dell’attuale normativa porterebbe un notevole vantaggio per le aziende vitivinicole, sia per quanto riguarda i costi sia per lo svolgimento burocratico dell’iter per la vendita all’estero.

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