mozambico«Stavo in discarica e raccoglievo sacchetti, bottiglie e rifiuti da riciclare. Poi ho capito che anch’io potevo far parte di un gruppo e organizzare una cooperativa».
Adelia sopravviveva degli scarti della discarica; ogni giorno, frugando tra i rifiuti, alla ricerca di qualunque cosa potesse avere un valore, essere venduto o riutilizzato. Migliaia di persone vivono di espedienti nella città di Maputo, recuperando i rifiuti in modo informale: sono i “catadores”.
Adelia ha costituito con altri otto catadores la cooperativa COMSOL che acquista scarti in carta, vetro, alluminio e plastica nella città di Maputo. I materiali, puliti e separati, sono venduti a imprese private ed il ricavato è diviso tra i suoi membri.
La cooperativa COMSOL è il più recente risultato del decennale programma ambientale dell’associazione LVIA in Mozambico, realizzato con decine di partner internazionali e locali.

Il Mozambico è una terra ricca. Ma gli investimenti internazionali arrivati per valorizzare i giacimenti minerari non hanno migliorato la vita dei più poveri. Le disparità sono anzi aumentate, molti diventano “catadores” e vanno a popolare i quartieri periferici dove la discarica diventa un’opportunità di sopravvivenza.
Katia Ferrari, volontaria LVIA rientrata in Italia dopo quindici anni in Mozambico, ci dà uno spaccato della situazione: «Maputo, la capitale, ha più di 1 milione di abitanti e la rapida urbanizzazione ne ha fatto una città dove mancano strutture efficienti di trasporto, fognature, fornitura di acqua ed energia elettrica. Le scoperte minerarie sono importanti opportunità, ma oggi causano forti tensioni sociali perché le popolazioni sono spostate dalle loro terre, perdono l’accesso all’acqua e alle foreste e non hanno in cambio alcun beneficio».

Rifiuti: una sfida della città
riciclaggioKatia continua il suo racconto: «In una città dove c’è un problema di gestione dei rifiuti, ci troviamo con le fogne intasate e le acque scure a cielo aperto, con problemi d’igiene e rischio di colera. Non è possibile applicare un modello “occidentale” perché queste realtà sono profondamente diverse. Noi cerchiamo, insieme alle autorità, di inventarci soluzioni adattabili alla realtà locale. Questa è la sfida».
Il programma ambientale promosso da LVIA è stato avviato dieci anni fa con Caritas in un quartiere popolare a ridosso della “lixeira”, la discarica a cielo aperto, per migliorare le condizioni ambientali e socio-economiche delle famiglie che qui vivono.
LVIA cerca di attivare i catadores per formare cooperative che valorizzino i rifiuti. Nel 2005 è nata la cooperativa Recicla per la valorizzazione dei rifiuti plastici: compra i rifiuti dalla popolazione, li separa per tipologia e colore, li lava, sminuzza e vende alle imprese che producono oggetti in plastica riciclata. La cooperativa Fertiliza nasce nel 2007, produce compost riciclando gli scarti organici raccolti dai mercati ortofrutticoli della capitale. Le cooperative sono opportunità di lavoro e integrazione per persone che vivevano ai margini della società raccogliendo rifiuti nella discarica, in gravi condizioni d’igiene, di pericolo e degrado. LVIA cerca di organizzarli, fa alfabetizzazione, insegna a lavorare in gruppo affinché possano lavorare come cooperative, aiutandosi a vicenda.

Associazione LVIA – www.lvia.it
Per approfondimenti: Consorzio Ong Piemontesi, www.ongpiemonte.it, progetto Comunicare in rete per lo sviluppo www.devreporternetwork.eu

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